Domande frequenti

È possibile usarlo in presenza di particolari patologie?

Sì, è possibile usare il prodotto anche in presenza di particolari patologie seguendo le modalità d’uso indicate, ma sempre dopo aver consultato un medico.

Cosa mi dite a proposito dell’automedicazione, mi consigliate il fai da te?

Innanzitutto, prima del trattamento, va eseguita una diagnosi, per la quale consigliamo vivamente di rivolgersi a un medico, possibilmente uno specialista (dermatologo, ginecologo ecc.). Sarà poi questi a consigliare il paziente, indicando le modalità di trattamento o applicando lui stesso la soluzione di ipoclorito di sodio, a seconda dei casi. Nel manuale d’uso è specificato quando sia necessario ricorrere a un professionista per l’applicazione e quando invece sia possibile anche il fai da te. Comunque sia – lo ribadiamo – il Metodo Ruffini non vuole sostituire in alcun modo la medicina ufficiale ma esserne soltanto uno strumento in più per affrontare quelle patologie dermatologiche che non trovano facilmente (o per nulla) una soluzione con i rimedi attualmente disponibili sul mercato.

Posso usare il prodotto tutti i giorni come dopobarba o per l’igiene personale?

Sì, è previsto l’uso dell’ipoclorito come dopobarba o per l’igiene personale, pur attenendosi alle istruzioni contenute nel manuale.

Può essere rischioso utilizzare oggetti non sterili per il trattamento?

È buona norma utilizzare materiale sterile soprattutto se questo viene a contatto con la parte da trattare. C’è da considerare il fatto, tuttavia, che sarà comunque l’ipoclorito di sodio stesso a sterilizzare al 100% eventuali strumenti o attrezzature utilizzate a loro volta per il trattamento. Infatti, anche applicando il prodotto con i polpastrelli, non vi potrà essere alcun contagio.

Posso preparare l’ipoclorito di sodio in casa?

Sul web si trovano istruzioni per sintetizzarlo da sé che forse potranno essere utili nei casi di villaggi, comunità e missioni in Paesi in via di sviluppo, dove magari risulta difficile recapitarlo altrimenti. Tuttavia, la produzione domestica è molto rischiosa per i vapori tossici che si possono liberare, pertanto noi la sconsigliamo fortemente. La diluizione, invece, la può eseguire chiunque in casa, osservando le giuste proporzioni e le dovute precauzioni, come indicato nel manuale d’uso e sul sito alla sezione specifica.

A contatto con i metalli l’ipoclorito di sodio subisce alterazioni?

Vero il contrario: a contatto coi metalli, l’ipoclorito di sodio può corroderli. Questo fenomeno, però, può alterare la soluzione, se non altro disciogliendo particelle che potrebbero, in certi casi, risultare dannose per l’organismo: di conseguenza si consiglia di servirsi, se proprio necessario, di bastoncini o cucchiaini di plastica o di legno.

Dopo quanto tempo scade l’ipoclorito di sodio?

L’ipoclorito in realtà non scade, ma decade, cioè perde progressivamente efficacia, in particolare se esposto a luce, aria o calore. Perciò consigliamo di acquistarlo in flaconi opachi (in plastica o vetro), da tenere al buio e al fresco, possibilmente non più capienti di 300 ml e dotati di tappi speciali che evitino il contatto eccessivo con l’aria, come i prodotti della linea Sanaclorìn.

Per lo stesso motivo, l’ipoclorito andrebbe tenuto nel contenitore originale evitando travasi, quindi sarebbe preferibile acquistarlo già diluito nelle percentuali indicate dal Metodo (quantomeno al 6 e al 12%). Se correttamente conservato, il prodotto rimarrà efficace per circa tre-quattro mesi.

Se tuttavia si preferisce il fai da te, è possibile acquistare l’ipoclorito di sodio ad alta titolazione (intorno al 14-15%) e preparare ogni due-tre mesi almeno due boccette contagocce da 100 o 200 ml ciascuna, rispettivamente al 6 e al 12%: in questo modo si eviterà di aprire il flacone principale a ogni uso, ma appunto solo al momento della diluizione. Per sapere come fare affidatevi a Ypo, che vi guiderà passo passo in questa pagina.

Ad ogni modo, il prodotto non va certo a male ma perde progressivamente titolazione e non si può quindi garantire la sua efficacia ai fini del Metodo Ruffini oltre il tempo indicato, ma sarebbe stupido buttarlo via, visto che può sempre essere utilizzato per altri usi, al pari della candeggina.

Come devo conservare il prodotto?

Trattandosi di un prodotto volatile, sensibile all’aria, al calore e alla luce, è bene che stia in luogo fresco, al buio, in un contenitore opaco (in plastica industriale o vetro) e ben sigillato e comunque sempre lontano dalla portata dei bambini. Ad esempio, i prodotti Sanaclorìn rispettano queste peculiarità, trattandosi di contenitori in plastica opaca e dotati di tappi speciali che limitano il più possibile il contatto con l’aria.

Con 100 ml o con un litro di prodotto quante applicazioni posso fare?

Se consideriamo che mediamente per un trattamento si usano 5-10 ml di prodotto possiamo dire che con 100 ml potrai fare dai 10 ai 20 trattamenti.

Dove posso acquistare l’ipoclorito di sodio?

Il prodotto puoi fartelo preparare in una farmacia galenica (senza prescrizione medica potrebbe anche rifiutarsi). In alternativa, a seconda degli usi, lo puoi anche reperire in una ditta chimica oppure su Internet. Viste le numerose richieste di questo tipo, abbiamo deciso di promuovere direttamente sul nostro sito i prodotti della linea Sanaclorìn, in quanto rispondono particolarmente bene ai parametri suggeriti dal dottor Gilberto Ruffini, resistendo alla luce (contenitori opachi) e all’aria (tappi speciali), oltre a risultare piuttosto comodi perché già diluiti nelle principali percentuali indicate dal Metodo (6% e 12%).