Domande frequenti

Quali sono le patologie curabili con il Metodo Ruffini?

Il Metodo tratta circa un centinaio di patologie (umane e veterinarie) della pelle e delle mucose ad eziologia batterica, virale, micotica, protozoaria e parassitaria, cui si aggiungono ustioni e reazioni a sostanze urticanti di piante o animali, ma serve anche come disinfettante per ferite, ustioni o piaghe. Non si tratta tuttavia di una panacea: sono escluse, ad esempio, le malattie genetiche e autoimmuni, come pure le manifestazioni allergiche e neurologiche e, come più volte specificato, è un trattamento ad uso topico, dunque non agisce per esempio su infezioni interne. Abbiamo inserito nel sito una lista completa delle patologie trattabili: potrai cercare il disturbo che ti affligge dopo diagnosi medica e, dopo avere qui verificato se la tua patologia è in elenco, potrai acquistare il manuale pratico Curarsi con la Candeggina?.

Posso applicare il Metodo Ruffini a casi non elencati nel sito o nel manuale?

Decisamente no, occorre attenersi scrupolosamente alle indicazioni riportate nel manuale dal dottor Ruffini, che non sarà quindi responsabile di qualsiasi uso improprio. Se un medico, quindi un professionista, ritiene opportuno utilizzarlo anche per altre patologie, lo può fare ma rispettando la normativa nazionale e sotto la propria esclusiva responsabilità.

Il Metodo Ruffini risolve definitivamente le patologie che cura?

Premesso che il Metodo Ruffini è specialmente adatto al trattamento e alla cura delle patologie cutanee umane e veterinarie, non per la risoluzione di malattie sistemiche o problemi allergici, elimina certamente tutti i virus, batteri, funghi, protozoi o parassiti che incontra, ma non esclude ovviamente una nuova possibile contaminazione futura. Non è una barriera protettiva, quindi dopo il trattamento devi stare attento a non fare infettare le parti che sono in via di guarigione. Eventualmente (e dopo che un medico abbia verificato la persistenza di presenza patogena), ti consigliamo di ripetere il trattamento a distanza di qualche giorno fin quando la parte trattata non risulti essere guarita perfettamente.

L’ipoclorito di sodio crea allergie?

Se non hai una ipersensibilità specifica al cloro, l’ipoclorito di per sé non crea allergie. Tra l’altro si tratta di una sostanza che sintetizzano anche i nostri globuli bianchi macrofagi (proprio come arma di difesa immunitaria). Resta inteso che, in caso di pelle ipersensibile o con manifestazione allergica già presente, ti consigliamo di fare un piccolo test applicando la sostanza per un minuto sulla parte interna del braccio, quindi risciacquando e osservando che non si siano create reazioni di alcun tipo: solo allora procedi con il trattamento.

Quali sono le precauzioni da seguire nell’applicazione del Metodo Ruffini?

Nell’applicare l’ipoclorito di sodio devi prestare attenzione a questi pochi punti:

  • tienilo lontano dalla portata dei bambini, la sua ingestione può produrre danni molto gravi, perfino la morte
  • non fare entrare l’ipoclorito a contatto con gli occhi, in tal caso risciacqua con abbondante acqua corrente
  • non applicare in titolazioni superiori al 12% né per tempi maggiori di quelli indicati dal dottor Ruffini nel manuale: per concentrazioni superiori al 14% o tempi di applicazione prolungati, potrebbero essere possibili ustioni, arrossamenti o irritazioni seppur temporanee
  • applicalo sempre senza sfregarlo, altrimenti potresti creare delle dermoabrasioni
  • dopo il trattamento, non coprire mai con cerotti o garze, invece risciacqua la parte con soluzione fisiologica o semplice acqua corrente per rimuovere il sale che si viene a formare dalla reazione chimica, il risciacquo non è necessario solo nei casi specificatamente indicati
  • fa’ molta attenzione alle possibili interazioni, in particolare con l’acido cloridrico (acido muriatico per gli usi domestici), poiché si svilupperebbe cloro, che ti intossicherebbe per semplice inalazione; con l’ammoniaca, da cui si svilupperebbero clorammine, fortemente irritanti; con l’etanolo, anche nella forma di alcol denaturato.

Se per sbaglio lascio agire l’ipoclorito di sodio più tempo di quello indicato cosa mi può accadere?

Alle concentrazioni usate con il Metodo Ruffini, l’ipoclorito di sodio risulta essere molto sicuro. Aumentando di poco i tempi, come pure sfregando, si potrebbe produrre una dermoabrasione o una transitoria irritazione della parte.

Se accidentamente mi finisce dell’ipoclorito di sodio negli occhi cosa devo fare?

Lava il prima possibile con abbondante acqua corrente.

Posso ricorrere al Metodo Ruffini per i miei bambini?

Sì, ma non durante i primi 12 mesi di vita, quantomeno non prima di aver consultato un medico. Dal primo anno di età e fino ai 12, applicalo solo sulla pelle e non sulle mucose, con concentrazioni del 6% e per soli 30 secondi, risciacquando sempre subito dopo. L’uso completo del Metodo Ruffini è possibile dopo i 12 anni, al di sotto di questa età vi si può ricorrere solo su consiglio, guida e responsabilità del medico pediatra o di uno specialista.

Sono incinta, posso applicare il Metodo Ruffini?

Per tutto il periodo della gravidanza puoi ricorrere al Metodo Ruffini sulla pelle (anche mucosa esterna), ma non sulle mucose interne (cavo orale e vagina).

Posso usare l’ipoclorito di sodio durante l’allattamento?

Sì, non ci sono particolari controindicazioni durante il periodo dell’allattamento. Non è consigliabile, tuttavia, applicarlo sull’areola e sui capezzoli solo per una possibile alterazione dell’odore della pelle materna.